Dal Lockdown al Salone del Mobile mancato, i problemi del Covid-19
Il lockdown a causa del Coronavirus ha portato ad una battuta d’arresto nel settore dell’import/export nel campo dell’arredamento.
Per le aziende di arredamento italiane l’export ha un valore pari a 138 miliardi di euro dinanzi a un volume complessivo delle esportazioni di quasi 465 miliardi d’euro.
Un grave danno si è registrato anche in una delle zone più importanti del nord Italia per la produzione nel settore dell’arredamento e del mobile, la Brianza.
Il problema maggiore è stato quello del Salone del Mobile di Milano, rinviato proprio a causa della pandemia, ma non solo. Il conto si fa molto più salato anche per la mancanza della Design Week, che secondo i dati della Camera di Commercio rappresenta un indotto di 350 milioni di euro, e di tutte le fiere e gli appuntamenti che di solito sono molto importanti per la vendita nel settore dell’industria dell’arredo e del mobile..
La filiera dell’arredamento e il piano Bridge
Le imprese nel settore dell’arredamento hanno ritenuto necessario fare delle proposte al Governo per riuscire a migliorare la situazione dopo il lockdown. Molte si sono affidate al Piano Bridge, che prevede che gli operatori economici non finanziari possano accedere a un credito aggiuntivo pari a 3 mesi di fatturato del 2019 a tasso zero, con un rimborso pari a 100 rate dal primo gennaio 2022.
La richiesta è stata fatta per cercare di riportare il settore dell’export nel campo dell’arredamento e del design ai livelli precedenti ed evitare costi ed ulteriori perdite, insostenibili e irreversibili.
Federmobili: agire con decisione per ripartire
Anche Federmobili ha deciso di agire con maggiore decisione e di ripartire a differenza di quanto accaduto dopo la recente crisi in ambito finanziario, che aveva portato ad una riduzione di volumi di produzione e scambi commerciali. Ora siamo davanti a un crollo dei fatturati che si presentano nulli, o quasi, per tutte le attività del settore.
Sicuramente, il Piano Bridge permetterà a circa 18 mila negozi nel settore dell’arredamento e mobili su misura di onorare i pagamenti e riuscire a mantenere anche l’occupazione per poter ripartire non appena rientrerà l’emergenza.